L'oro fu uno dei primi metalli ad essere conosciuto dall'uomo. È un
materiale molto malleabile e duttile ed è per questo che in gioielleria non
viene mai usato allo stato puro ma legato ad altri metalli. In Italia
solitamente si usa l'oro a 18 carati. Questo significa che per ogni 100
grammi di metallo 75 grammi devono essere oro. I grammi rimanenti sono
costituiti da altri metalli che oltretutto ne determinano il colore. L'oro
giallo contiene in proporzione 75 di oro, 15 di argento, 10 di rame. L'oro
rosso contiene in proporzione 75 di oro, 10 di argento, 15 di rame. L'oro
bianco contiene in proporzione 75 di oro, 15,8 di rame, 6,2 di nichel e 3 di
zinco. Come si può ben notare a differenza delle credenze "popolari" l'oro
bianco non contiene argento. Tutti gli oggetti d'oro prodotti e
commercializzati con queste proporzioni in Italia devono avere il marchio
750.
L'argento è un metallo che raramente in natura si trova allo stato puro.
Normalmente è legato ad altri metalli soprattutto al piombo e al rame. Viene
ottenuto quindi, dall'estrazione di altri metalli. L'argento è un metallo
molto duttile e malleabile e come per l'oro si usa una lega per poterlo
rendere forte e resistente. Gli oggetti in metallo contengono in proporzione
80 di argento e 20 di rame. A volte si usa anche l'argento al titolo 925/000
(significa che la proporzione di argento su 1000 grammi è di 925). Tuttavia
alcuni oggetti, come per esempio la posateria o il vasellame si usa la lega
800 millesimi che più resistente è più adatta a questi oggetti d'uso.
Minerale dall'elevata durezza e dalla diffusa lucentezza, il diamante è in
assoluto la gemma per antonomasia. Caratteristiche principali: i criteri di
valutazione che permettono di individuare le più importanti caratteristiche
del diamante e di conseguenza anche il suo valore, sono rappresentati dalle
cosiddette "quattro C", dalle iniziali dei nomi inglesi: colour - clarity
-carat - cut. Il colore - Nella maggior parte dei casi il diamante è
incolore, ma può essere anche bianco-azzurro, giallo paglierino, rosso, nero.
La purezza - Puro è definito il diamante che non presenta inclusioni, cioè è
perfetto al suo interno, a una lente di dieci ingrandimenti; in genere però
alcune inclusioni esistono, di grandezza variabile. Il peso - L'unità di
peso del diamante, così come delle pietre preziose, è il carato, che
corrisponde a 200 milligrammi. Un diamante di alta caratura è più difficile
da ottenere, poiché quelli grezzi di grandi dimensioni sono molto rari. Il
taglio - La fase iniziale è rappresentata dallo studio attento del diamante
grezzo, che deciderà il tipo di taglio. Il più classico è quello di forma
rotonda a 57 facce, denominato "taglio brillante", che consente di
individuare la luminosità massima di ogni pietra. Altri tagli sono: ovale, a
smeraldo, a cuore, a goccia, a marquise. Attualmente i maggiori giacimenti
si trovano in Sudafrica, in Tanzania, in Sierra Leone, in Angola, in
Venezuela, in Brasile, in Australia e in India. Le origini e la storia -
L'etimologia del nome ci rimanda al termine greco "adamas", che significa "invincibile”.
Fin dall'antichità il diamante possedeva notevoli capacità seduttive;
circolavano infatti, soprattutto nell'antica Roma, curiose leggende sui suoi
poteri ed influssi, che ben presto gli valsero il ruolo di talismano.
Intorno al 1700 l'italiano Vincenzo Peruzzi creò l'antenato del tipico
taglio a brillante, dando così maggiore risalto agli effetti di rifrazione
della luce caratteristici del diamante. Nel nostro secolo la tradizione lo
vuole pietra simbolo di purezza e di pregio, ma soprattutto di eterno amore:
è la preferita dalle promesse spose, classici sono gli anelli di diamanti
regalati dai loro fidanzati. Inoltre il diamante dona saggezza e forza
d'animo ed è riconosciuto universalmente come la "pietra della
riconciliazione", non solo tra innamorati, ma anche tra………….
Pietra rossa per eccellenza, ed è tra le pietre che incontra dopo il
diamante grandi approvazioni in gioielleria. Il rubino risponde infatti
perfettamente ai requisiti essenziali che una gemma deve possedere: elevata
durezza, splendida lucentezza ed estrema rarità. Caratteristiche principali
- Il rubino deve il suo colore rosso vivo alla presenza di alcune tracce di
ossido di cromo e, talvolta, di ferro: queste sostanze sono le responsabili
delle gradazioni cromatiche che lo caratterizzano. Per essere veramente
pregiata questa pietra deve presentare una colorazione uniforme, intensa, né
troppo scura né troppo chiara. Il rosso presenta varie tonalità: il più
pregiato è noto come sangue di piccione, molto intenso, con sfumature
bluastre, piuttosto raro in natura, presente soprattutto nei giacimenti
della Birmania. I rubini della Tanzania sono invece più opachi, mentre
quelli della Thailandia presentano una colorazione rosso cupa. Un'altra
importante caratteristica del rubino è rappresentata dalla trasparenza, che
può però essere compromessa dalle cosiddette inclusioni: si tratta di
sostanze estranee, molto frequenti, che in genere compaiono sotto forma di
strie. In natura è possibile trovarlo in diverse forme lungo il letto dei
fiumi, estratto quindi in depositi alluvionali. Il 70% della produzione di
rubini di qualità pregiate proviene dai giacimenti della Birmania, della
Thailandia (Siam), dello Sri Lanka e della Tanzania. Le origini e la storia
- Rubino deriva dal latino classico rubeus, che significa "rosso".
Prediletto soprattutto nei paesi orientali; in India, all'epoca delle
potenti dinastie regnanti nella penisola. Un esempio è rappresentato dal
trono di Nadir Shah, imperatore Moghul, che oggi è possibile ammirare al
museo Topkapi di Istanbul. In epoca medioevale la pietra conquistò i
cristiani, che intravedevano nel colore una forte affinità con il sangue di
Cristo.
Pietra pregiata e largamente utilizzata in gioielleria con elevata durezza e
diffusa lucentezza. Caratteristiche principali - Il fascino di questa gemma
si riconosce principalmente dal colore tipico dello zaffiro, che si presenta
in varie tonalità: dall'azzurro-blu vellutato al blu notte. Lo zaffiro più
pregiato è quello blu vellutato simile al fiordaliso, attualmente si trova
in piccole quantità in Birmania, nello Sri Lanka, in Thailandia e in
Cambogia. Altre gemme apprezzate riguardano lo zaffiro blu con lievi
sfumature verdi, quello blu elettrico, quello più chiaro e tendente al
violaceo ed infine quello molto scuro, con sfumature verdi simili ad
inchiostro. Uno zaffiro di alto valore si riconosce anche dalla trasparenza:
le inclusioni che inevitabilmente si formano possono produrre irregolarità
nello zaffiro con conseguenti e piacevoli effetti ottici. Le inclusioni,
però, non devono essere eccessive, altrimenti potrebbero compromettere la
limpidezza e la lucentezza della pietra, che risulterebbe così opacizzata. -
Il taglio di questa gemma può essere rotondo, ovale, a cuore, navette e
carrè (quadrato). Le origini e la storia - Zaffiro deriva dal termine greco
"sappheirois", che significa "azzurro. Nel Medioevo si diffuse velocemente
in Europa, dove, insieme ad altre gemme, venne utilizzata largamente in
gioielleria. Grazie al suo colore azzurro cielo i cristiani elevarono lo
zaffiro a simbolo del Redentore e della castità, tant'è che la Vergine Maria
compariva più volte, nell'iconografia tradizionale, adornata di zaffiri. Nel
1800 lo zaffiro era la gemma preferita dalle nobildonne più raffinate.
Lo smeraldo ha un valore assai elevato; è infatti una pietra rara, ambita in
ogni parte del mondo e in ogni epoca, caratterizzata da liquida trasparenza
e da una particolare luminosità. Caratteristiche principali - Il tipico
colore di questa gemma è naturalmente il verde. Sono presenti in minima
parte, alcune tracce di ossido di cromo e di vanadio nel reticolo
cristallino, che rendono lo smeraldo un minerale allocromatico, cioè di
colorazione variabile (verde pallido, verde foglia, verde bandiera). Le
inclusioni sono piuttosto frequenti, ma se non sono visibili ad occhio nudo
vivacizzano la pietra; se invece la rendono troppo opaca il valore dello
smeraldo è decisamente compromesso. Tipiche sono le inclusioni denominate "piume
liquide", che testimoniano l'origine naturale della gemma e sono
caratterizzate da minuscole gocce di liquidi. La pietra è in genere tagliata
a forma rettangolare, con i vertici smussati, secondo il classico taglio a
smeraldo. Particolarmente vulnerabile agli urti, questa delicata gemma
richiede una grande attenzione per la sua fragilità, dovuta alla presenza di
fessurazioni. I giacimenti principali si trovano in Colombia, ma anche in
Brasile, Zimbabwe, Zambia. Le origini e la storia - Il nome smeraldo
proviene dal termine greco "smaragdos", che significa "pietra verde". In
natura, si presenta sotto forma di prisma esagonale allungato. Con la
scoperta dell'America grazie soprattutto agli Aztechi e agli Incas, la
circolazione degli smeraldi venne notevolmente favorita e ben presto la
gemma verde per eccellenza arrivò in Europa. Gli smeraldi famosi nella
storia - Attualmente la maggior parte degli smeraldi di alta caratura e
quelli più leggendari sono conservati al museo Topkapi di Istanbul. Un
blocco unico di cristallo ha dato origine ad una brocca di smeraldo di 2680
carati, che oggi si trova in Europa, al Museo di Storia dell'Arte di Vienna.
Altri smeraldi divenuti famosi soprattutto per il numero dei carati, sono
custoditi oggi in Russia (Kakovin, 2226 carati) e a New York (Patricia, 632
carati).
La vita della perla è quanto di più straordinario si trova in natura perchè
nasce in un’ostrica. Caratteristiche principali: E’ una concrezione
stratificata di cristalli di calcio (aragonite o calcedonio) agglomerati da
un collagene di natura organica “conchiolina”.
Come il diamante, anche per le perle esiste una scala in grado di
sottolineare le sue più importanti caratteristiche. Le quattro "S", sempre
dalle iniziali dei nomi inglesi: size - shape -shade - skin. - Dimensione:
per essere preziosa deve essere grande e si misura in millimetri.
Forma: la perla si presenta in natura in diverse forme, ma se è
rotonda e sferica perfetta, è sicuramente più pregiata. Qualche forma
irregolare può conferire valore alle perle, come, quelle a goccia o quelle
barocche. – Colore: il colore va dal bianco, al rosa, all'argento, ma
possono essere anche grigie, nere, e, meno commerciali blu, dorate e verdi.
Qualunque gradazione deve però essere uniforme: per accertarsi di questo
basta metterle su una superficie bianca e illuminarle con lampade prive di
raggi ultravioletti. Le perle più richieste sono quelle con tonalità
tendenti al rosa, al bianco e all'argento. – Luminosità: "oriente" ed
è l'insieme degli effetti di luce lunari iridescenti. Si tratta della
superficie, che deve essere levigata, con meno imperfezioni possibile; il
suo valore aumenta tanto più diminuiscono le irregolarità.
Le perle naturali sono rarissime e quelle che si trovano oggi sul mercato
sono per il 99% coltivate. La differenza tra le due è individuabile
esclusivamente attraverso i raggi X; entrambe hanno origine dal mollusco, ma
mentre la perla naturale risulta da un'azione di autodifesa che l'ostrica
attiva alla presenza di un corpo estraneo che non riesce ad espellere,
formando così una splendida gemma, quella coltivata è creata dall'azione
dell'uomo, che introduce un nucleo, ossia un corpo estraneo, nel mollusco.
I maggiori giacimenti si trovano nel Golfo Persico, nel Mar Rosso, ma anche
intorno all'isola di Ceylon, sulle coste dell'India, in Australia, in Cina,
nelle Filippine, ai margini della barriera corallina. Esistono anche perle
coltivate in acqua dolce in ostriche di grandi dimensioni, immesse dall’uomo
all’interno di bacini naturali o artificiali che naturalmente hanno un costo
inferiore, ed anche perle sintetiche prodotte in laboratorio di valore
ancora decisamente inferiore.
Le origini e la storia - L'etimologia della parola "perla": dal latino "perula",
o anche "sphaerula", che significa "piccola sfera". Esistono tre tipi di
perle principali: le giapponesi, le australiane, di maggior grandezza e
valore rispetto alle precedenti e le tahitiane o polinesiane, di notevoli
dimensioni e di estrema rarità. Simbolo di verginità, la perla è sempre
stata associata al matrimonio, in cui è paragonata alla sposa. La più grande
e con la forma più sferica, è quella denominata Pellegrina, pescata nel
1912, conservata attualmente al Museo di Mosca.
Consigli per gli acquisti - E' molto importante imparare la differenza tra
perle naturali/coltivate e quelle sintetiche chiamate comunemente "perle di
Majorca". Queste ultime hanno una superficie perfettamente levigata, lo
stesso cromatismo, un leggero gonfiore della vernice vicino ai fori,
l'assoluta mancanza della calda ed impalpabile luce che emana spontaneamente
una vero e proprio tesoro dei mari.